Fedor Dostoevskij | I versi del capitano Lebjadkin ⎈

In queste liriche la realtà sembra riflessa in uno specchio deformante, come quello di un Luna Park. I boccali si radunano a conclave, il samovar è il sacerdote delle stanze, tutte queste immagini grottesche presenti in "I versi del capitano Lebjadkin" affondano le loro radici nella poesia nonsense del XIX secolo.  


L'amore del capitano Lebjadkin

Un'esplosione d'amore ardente

squarciò il petto di Ignat.

E ancora pianse disperato

per tutta Sebastopoli il mutilato.


Lo scarafaggio

C'era una volta uno scarafaggio,

nato e vissuto scarafaggio,

che poi finì in un bicchiere

colmo di mosche, moscofaggico...


Lo scarafaggio occupò tutto lo spazio.

le mosche se ne lagnarono:

"è troppo pieno il nostro bicchiere

per Giove!" gridarono.

Ma mentre gridavano,

si avvicinò Nikifor,

un vecchio nobilissimo...

Fedor Dostoevskij


Acquaforte 

E rimbombò in tutta la sala assordante:

"Il defunto scappò dalla casa del Signore!"


Il defunto va altero per le strade,

i suoi inquilini lo guidano per le briglie;

lui canta una preghiera con voce stentorea

e torce le mani verso l'alto.

Ha occhiali di rame cerchiati di membrana,

è pieno fino al collo di acqua sotterranea,

su di lui uccelli di legno rumorosamente

serrano le ali sulle ante.

E d'intorno, tonante, il tintinnio dei cilindri

e il cielo riccioluto, mentre qui c'è 

la scatola cittadina con la porta spalancata

e dietro il vetrino c'è il rosmarino.

Nikolaj Zabolockij



dal libro "I versi del capitano Lebjadkin" di Fedor Dostoevskij a cura di Claudia Scandura, Lit Edizioni, 2023. 


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