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Pandemie liriche & Poesia oggi

Ogni tanto qualcuno si sveglia e decide di illuminare il mondo con una nuova teoria sulla poesia italiana . Di solito succede di lunedì, tra un caffè e una crisi d’identità. E così, eccoli: il giovane laureato multiplo che scrive saggi chilometrici su Instagram Stories , il barista radical chic che ti serve il macchiato declamando versi trap, e la bidella della scuola che, tra un mocio e un sacco dell’immondizia, rimugina sul suo prossimo articolo per “Poesia Oggi – la rivista che nessuno legge ma tutti citano”. Il problema non è tanto che parlino, quanto come parlano: con la sicurezza di chi crede che citare dieci autori basti per rappresentare un Paese dove, secondo L’Espresso , scrivono poesie tre milioni di persone . Tre milioni! Praticamente una pandemia lirica . E poi, perché limitarsi a otto editori quando ne abbiamo tremila (fonte AIE , che forse nemmeno loro ci credono più)? Perché scrivere di poesia senza saper distinguere un endecasillabo da un taglio di capelli di Ca...

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